Caro 2017,
ben arrivato.
Io e te dobbiamo parlare un attimo, prima che i giorni e i mesi, gli avvenimenti speciali e la quotidianità ci travolgano.
Il 2016 non si era presentato tanto bene, c’era chi lo calunniava dicendo: anno bisesto anno funesto. Ma poi ho pensato di guardare oltre le maldicenze, sai? E forse non è un giorno in più o uno in meno a far la differenza, perché la differenza, caro 2017, la fanno le persone, non i numeri.
Noi vogliamo accollare tutta la colpa a quel giorno in più, a un 29 febbraio che è passato dalle nostre parti, senza pensare che avrebbe combinato tanti pasticci.
E non è stato però un giorno in più a far venire il terremoto, né tanto meno gli attentanti, Aleppo, la meningite, i barconi pieni di profughi.
E neppure con quel giorno in più ce la possiamo prendere se i nostri vicini di casa si sono rivelati dei gran cafoni, se l’amica sulla quale contavamo ci ha deluse profondamente, se abbiamo messo 5 chili in più perché quel Pandoro con la crema al mascarpone proprio lo dovevamo mangiare, se la rata della macchina pesa troppo sulle nostre finanze – machimel’hafattofare! – se non riceviamo la giusta retribuzione per il nostro lavoro, che richiede impegno e sacrifici.
E allora, caro 2017, ho deciso che quest’anno un po’ di impegno in più ce lo voglio mettere pure io; mi prometti che se sarò gentile, buona e paziente con gli altri, tu lo sarai con me?
Mi prometti che se io non darò fregature a nessuno, tu ti impegnerai a darmene il meno possibile?
Dai 2017, sii buono, sii clemente.
Anche se, in teoria, tu hai un giorno in meno e con te non avremmo proprio scuse per prendercela. Però io metto le mani avanti, sai come siamo fatti noi esseri umani, tanto deboli e insicuri.
Ok, forse ti sto caricando di ansie anche a te, d’altronde sei arrivato due giorni fa, che maleducata che sono stata!
Perdonami 2017, è che ho tante aspettative e le ripongo su di te, dai, vorrei che tra noi due le cose andassero bene, che la nostra relazione, seppure con i suoi alti e bassi, si riveli produttiva e soddisfacente. Lo vorrei davvero, che io le stelle le guardo ed esprimo desideri; che io i cassetti li apro, e a quei sogni che ci sono piegati dentro, vorrei far prendere un po’ d’aria fresca.
Dai 2017, io parto col piede giusto, te lo giuro, ma tu vienimi incontro. Magari sentiamoci più spesso, facciamo che io ti chiamo per sapere come vanno le cose a te, facciamo verso aprile, e poi anche tu mi chiederai: “Come vanno le cose, stiamo andando bene io e te? Possiamo migliorare?”.
Non perdiamoci di vista, non voltiamoci le spalle.

Ill. by Patrice Barton
Non voglio parlar male di te alle tue spalle, sarò più schietta, forse ti mando un messaggio su WhatsApp se mi fai girare le scatole, così tu lo sai subito e magari ti vien voglia di rimediare.
Questi mesi abbiamo un sacco di cose da fare, io e te, ma proprio tante: amici da incontrare, posti da visitare, sogni da realizzare, amori da custodire, desideri, aspettative e risate, rate da pagare, articoli da scrivere, tanto lavoro, tanta vita.
Speriamo bene 2017, facciamoci coraggio…