Mi chiamo Amber Raynolds.
Ci sono tre cose che dovreste sapere di me:
- Sono in coma.
- Mio marito non mi ama più.
- A volte dico bugie.
Comincia così Ogni piccola bugia di Alice Feeney, thriller molto chiacchierato e osannato da critica e lettori. Ecco, devo essere sincera, quando si tratta di romanzi molto “esposti” io comincio a diventare diffidente perché mi è capitato più e più volte di rimanere scottata dal best-seller di turno, trovandomi a fine lettura con l’amaro in bocca e con un dubbio: ma forse sarò incontentabile?
Chi lo sa, questa è una domanda da un milione di dollari; ciò che è indubbio è che quando si legge tanto si diventa sicuramente più critici ed esigenti, ma anche in un certo senso smaliziati nei confronti di determinati intrecci narrativi di cui si capisce l’esito già a metà romanzo.
Però, devo essere onesta, con Ogni piccola bugia il momento fatidico «Ah, ok, ho capito già tutto» non mi è capitato nemmeno per un momento, l’autrice è stata in grado di mandarmi totalmente fuori strada. L’epilogo mi ha spiazzata, lasciandomi (finalmente!) a bocca aperta… e chi se lo aspettava un finale così?
TRAMA
Il mondo intorno a lei è fatto solo di suoni, rumori, voci. Ed è grazie a quelle voci frammentarie e confuse che Amber Reynolds capisce di aver avuto un incidente d’auto e di essere in una stanza di ospedale. In coma. Amber non ricorda nulla di quanto le è accaduto, e una domanda la perseguita da subito: com’è possibile? Io non guido quasi mai… Poi, tra quelle voci ne riconosce due, che diventeranno il suo unico contatto con l’esterno. Quelle di suo marito e di sua sorella. Ignari che Amber li possa sentire, i due discutono, litigano, rivelano dettagli e indizi. E lei si rende conto di non potersi fidare. Entrambi hanno qualcosa da nascondere. E, forse, non sono un’ancora di salvezza, bensì un pericolo vicino e insidioso. No, l’unico modo per scoprire cosa le è successo è ricostruire nella sua mente, passo dopo passo, gli eventi dell’ultima settimana, fino al momento dell’«incidente». Ma Amber ha paura. È impotente, in balia di chi le sta intorno. Come l’uomo che si accosta al suo letto la sera, quando gli altri sono andati via. E che le sussurra all’orecchio velate e inquietanti minacce…
Amber deve svegliarsi, prima che sia troppo tardi.
Perché anche lei ha un segreto da proteggere.
Anche lei ha un piano da portare a termine.
Leggere Ogni piccola bugia è come inoltrarsi in un labirinto di specchi, in cui la realtà si trasforma passo dopo passo. E, proprio quando tutti i punti di riferimento sembrano persi ed è impossibile distinguere la verità dal suo riflesso distorto, ecco che il labirinto crolla davanti ai nostri occhi per rivelarci un finale spiazzante e indimenticabile.
La trama di questo romanzo è davvero un labirinto di specchi all’interno del quale si rischia di prendere spesso un abbaglio, un labirinto in cui chi ci era sempre sembrato il debole di turno saprà ribaltare la situazione attraverso manipolazioni e sotterfugi mostruosi.
Amber Raynolds ci fa entrare nella sua vita piano piano, lasciando aperta una finestra dalla quale spiare il suo presente e il suo passato, una finestra che lentamente si spalanca, mostrandoci ciò che era in penombra, ciò che non poteva essere visto a un primo colpo d’occhio.
Attraverso tre piani temporali – Allora, Prima, Adesso – e l’espediente narrativo creato dalle memorie affidate a un diario segreto, l’autrice mescola sapientemente il suo intreccio come carte da gioco, tanto da rendere la percezione del lettore a volte distorta da questi salti temporali che si fanno sempre più incalzanti e affannosi.
Nulla è come sembra, ciò che è reale si confonde con ciò che non lo è, si viene depistati più e più volte senza avere possibilità di riprendere fiato.
È un libro che consiglio a chi abbia tempo da dedicargli, altrimenti si rischia di alzarsi al suono della sveglia con due occhiaie profonde, perché sarà impossibile staccarsi da mondo creato dalla Feeney.