Ci sono momenti nell’arco della giornata in cui, con sguardo vitreo, fisso un punto nel vuoto e mi perdo nei miei pensieri. Pensieri che spaziano molto per vastità argomentativa: da “Cosa mi mangio a cena?” a “Ma saremo soli nell’Universo?”, “Non ho più niente da mettere” oppure “Chissà se questi cambiamenti climatici saranno irreversibili e la razza umana si estinguerà”… trip del genere, da brava mentecatta.
Spesso le mie riflessioni vertono sull’osservazione quotidiana del genere umano, fonte continua di meraviglie che mi lasciano spesso abbacinata. Notavo che alcune persone sono dedite a un tipo particolare di sport estremi, li definirei così, ecco.
Questi sport estremi, a cui si dedicano anima e corpo talune persone, si suddividono in varie categorie, che vi elencherò di seguito per amore di chiarezza.
SPARAMOLA GROSSA CARPIATA
Concedetemi di abbandonarmi ogni tanto alla mia romanità…
Gli individui che praticano lo “sparamola grossa carpiata” sono esseri, spesso di sesso maschile, che tendono con vera maestria e solerzia a raccontare una serie di aneddoti (di cui loro sono spesso protagonisti indiscussi) in cui si avverte una certa tendenza del soggetto a bombardare l’interlocutore con una marea di cazzate, annidiate tra un resoconto e l’altro.
Questi sportivi della cazzata a oltranza nove volte su dieci stanno storpiando i fatti, inventando dettagli inesistenti, magnificandosi immotivatamente per dimostrarsi ciò che non sono quando il risultato è invece risultare ciò che sono: emeriti imbecilli. L’aspetto degli sportivi dediti allo sparamola grossa potrebbe trarvi in inganno, spesso hanno volti paciocconi ed espressioni innocue, si mimetizzano con il loro aspetto gioviale e il comportamento compagnone.
Sono sportivi solitari in quanto non amano avere attorno altri praticanti di sparamola grossa dato che ci tengono a detenere il primato, sono molto competitivi. Diventano incazzusi nel momento in cui qualcuno, sciocco imprudente, tenta di contraddirli facendogli notare l’inesattezza dei fatti narrati.
Sono dediti all’esibizionismo, di solito i loro profili Facebook e affini sono appestati da foto: mentre sorridono, mentre strabuzzano gli occhi, mentre si grattano la chiappa sinistra, mentre guidano, mentre si pettinano, mentre addentano un cornetto… ammiccano a destra e a manca che David Gandy (il modello di Dolce e Gabbana, quello che esce dall’acqua mezzo gnudo con il sottofondo di “Parlami d’amore Mariùùùùù”) al confronto è un pivello.
LAGNA AGONISTICA
Atleti di grande volontà, praticano una disciplina difficile e laboriosa che richiede impegno costante e coerenza: si lamentano 24h di tutto e tutti, nun je sta bene mai gnente! Sono sempre, costantemente, immancabilmente con la faccia appesa, il volto storpiato in smorfie di dolore di chi ha appena passato una disgrazia inenarrabile.
Questa espressione schifata tende a dipingere il volto di tali atleti notte e dì, festivi inclusi, caricando i lineamenti di una maschera grottesca… che diciamolo, quando li vedi passare te gratti!
Ammirevoli per la costanza e l’abnegazione verso tale faticosa disciplina sportiva estrema, riescono a schifarsi per tutto, con tutto, di tutto, non amano il prossimo, non amano gli animali, non amano i fiori, non amano la neve, non amano la pasta, non amano, insomma. Voi prendete la situazione più idilliaca, un paesaggio bucolico, una temperatura perfetta, amabile compagnia e state pur certi che gli agonisti della lagna troveranno da ridire su ogni cosa.
Tendono a essere anche un tantino ipocondriaci, vanno su internet cercando disperatamente di diagnosticarsi qualche malattia terminale così da avere almeno un motivo valido per lamentarsi davvero. Solitamente sono magri e spigolosi perché si sa che il lamento costante fa bruciare milioni e milioni di calorie.
MESCHINERIA A OSTACOLI
Fisionomia tipica: un tantino gobbi, incarnato tra l’olivastro e il grigio, sorriso falso con qualche incisivo giallo, vocina acuta e sgradevole, facciata di perbenismo dipinta di rosa. Questi ginnasti sono forti, resistenti agli sforzi, hanno fiato e buone gambe, ti stracciano sulle brevi distanze perché alla lunga viene fuori la loro vera natura strisciante.
Sono viscidi, subdoli, ipocriti, fingono di ridere con te quando ridono di te, fingono di apprezzarti per poi parlare alle tue spalle dipingendoti come l’Anticristo, ti chiedono un sacco di favori appellandosi all’amicizia, fintissima, che vi lega.
Altresì, con vera maestria, tali atleti si dimostrano interessati alle tue vicissitudini personali tanto da illuderti che lo facciano per vera empatia quando in realtà il loro scopo ultimo è quello di acquisire quanto più materiale possibile per poter, in seguito, spettegolare su quanto di privato gli è stato confidato. Spesso si accompagnano con individui ameba, privi di personalità e qualità umane.
Questi sport estremi stanno prendendo molto piede sia tra i giovani sia tra i meno giovani, con un boom di iscrizioni notevole nell’ultimo decennio.
Dovessero nascere nuove discipline vi terrò aggiornati, ma se ne conoscete qualcuna voi, fatemelo sapere!