Ve la dico tutta, sono stanca dei preconcetti, della mala informazione, degli stereotipi cristallizzati nel tempo, delle false credenze… sono stufa marcia.
Mi sono rotta le scatole di leggere articoli di pseudo-giornalisti cinofobi e disinformati che spargono terrore ovunque, scrivendo sempre e sempre cose negative sui pitbull in particolare e sui cani in generale, facendo di tutta l’erba un fascio. Non esistono cani cattivi, esistono tipologie di cani dominanti per selezione genetica (colpa dell’uomo) e per scarsa socializzazione (colpa dell’uomo) e per cattiva educazione (colpa dell’uomo) che sfuggono al controllo del conduttore/proprietario/padrone.
I cani vanno educati, socializzati, rispettati, sorvegliati e amati.

Non posso tollerare più articoli scritti tanto per fare sensazionalismo e vendite facili, peccato non menzionino il fatto che anche barboncini e chihuahua (sempre se mal socializzati) sono cani dal morso facile. Ok, abbiamo detto che il pit è una razza dominante e forte (vi rammento però che l’uomo lo ha selezionato per una cosa inammissibilmente crudele come i combattimenti tra cani per trarne profitto!) perciò è una tipologia di cane che necessita determinate attenzioni, non certo coercitive, e di una perfetta conoscenza della gestione di tale tipologia.

Ma di chi è la colpa? Del cane o del proprietario incosciente? Se un bambino di cinque anni viene lasciato solo davanti a un fornello acceso e dà fuoco a casa a chi attribuiamo la responsabilità, al bimbo o al genitore? E la stessa cosa dicasi per i cani, non sono loro quelli su cui si deve puntare il dito, ma la stupidità dell’uomo che tiene con sé un pitbull non perché amante e riguardoso delle caratteristiche della razza ma solo perché deve fare il bullo col cane, con tanto di collare con le punte al collo e di allevatori senza scrupoli che sfornano cucciolate per il solo lucro e non per passione.
Ma le persone lo sanno che anche loro sono utilizzati per la pet therapy perché adorano l’essere umano? No, non lo sanno perché ogni giorno si diffondono notizie sulla loro presunta “cattiveria”. Solo la cattiva gestione dell’uomo può rendere un cane (di razza o meticcio, grande o piccolo) mordace, STOP.
Sono stanca del giudizio affrettato di alcune persone che ti schedano in una determinata categoria se presenti alcune caratteristiche. Se dopo i trent’anni se per disgrazia sei single allora devi avere per forza qualcosa che non va. Devi essere un poveraccio/a con turbe esistenziali varie, col complesso di Edipo, con un carattere da iena, con qualche difetto di fabbrica comunque. E se sei single secondo loro stai male, soffri tantissimo, ti disperi mane e sera crogiolandoti tra lacrime e sospiri.


Sono stanca del sospetto con cui ti guardano in molti se hai avuto una promozione o successo o hai raggiunto qualche traguardo lodevole e a questo si accompagna un bell’aspetto: sei raccomandata allora o hai fatto qualche “servizietto” extra per raggiungere la posizione attuale. Guai se all’intelligenza di una donna si accoppia l’avvenenza, te la devono far pagare insinuando, screditando, infangando.

Sono arcistufa dei pregiudizi sugli omosessuali, visti come persone gaie e spensierate, senza pensieri e personalità, che si preoccupano solo di cose futili e che parlano con voce squittente, che frequentano locali promiscui o si travestono come Lady Gaga. Come se non fossero persone tali e quali alle altre, alle prese con i propri problemi, con la quotidianità, con le bollette da pagare, con il traffico e le pulizie di casa. No, per molti sono alieni che fanno solo cose strane e inconcepibili.

Non se ne può più di tutte le cretinate e cattiverie che dicono sui vegani, beffeggiati e scambiati per adepti a qualche setta satanica. Guardati con diffidenza quasi fossero evasi da un manicomio criminale, esaltati pazzi che predicano scenari apocalittici. Ma per favore…

Alla base del refrain “sono stanca” avrete capito che c’è da parte mia questa mal celata insofferenza per la tendenza a categorizzare, marchiare, schedare, bollare il prossimo senza prendersi la briga di andare oltre certe apparenze. Affidandosi a cattiva informazione, a errate supposizioni, a ignoranza nera. È frustrante sentire castronerie a profusione su questa e quella cosa e trovarsi sbattute in faccia una serie di imbecillità qualunquiste.

Le parole chiave dei rapporti umani-umani, umani-animali, umani-natura dovrebbero essere Rispetto Educazione Comprensione Informazione… tutto ciò scarseggia (ahimé) sempre di più.