Scrivere una recensione che renda giustizia a un libro tanto complesso quanto bello, non è mai una cosa facile e automatica. E intendo complesso non nell’accezione di “complicato”, ma di “eterogeneo”, “multiforme”, “articolato”.
Questo è stato per me l’ultimo romanzo di Roberto Riccardi: La notte della rabbia, edito da Einaudi.
Siamo negli anni Settanta, nel periodo che la memoria collettiva associa alle BR e agli Anni di Piombo. E infatti lo spunto storico-politico si rifà proprio a questo buio capitolo di storia contemporanea.
Ci troviamo sul grande palcoscenico di una città come Roma, una città labirintica e chiassosa, che con i suoi rumori, paesaggi – a volte mozzafiato a volte cupi –, le sue abitudini e la sua gente diventa essa stessa un personaggio aggiuntivo che fa sentire concreta e tangibile la sua presenza.
TRAMA
Roma, 1974. I terroristi delle Sap hanno rapito il professor Marcelli, astro nascente della politica nazionale. Le indagini che il colonnello dell’Arma Leone Ascoli avvia insieme al giudice Tramontano si presentano subito complesse. L’unico appiglio è la presenza di una testimone. Come se non bastasse, alla porta dell’ufficiale bussa «Bepi», un ex partigiano che gli ha salvato la vita ad Auschwitz: l’uomo gli comunica che l’aguzzino del campo si trova in città sotto falso nome e gli chiede di consegnarglielo. Il problema è che l’ex SS è diventato un agente doppio, in bilico fra le due anime di una Germania divisa dalla conferenza di Yalta. Intanto le Sap lanciano un ultimatum: o lo Stato libera il loro capo, o Marcelli verrà giustiziato. Per Ascoli sono ore drammatiche. Nella sua mente passato e presente si rincorrono, e sono molte le cose con cui si trova a fare i conti: prima fra tutte la sua coscienza.
Come potrete leggere voi stessi dalla trama, stiamo parlando di più storie che si rincorrono parallele durante tutto il corso dell’azione, che non è mai statica e non indulge mai in descrizioni superflue o eccessive.
Questo romanzo è un meccanismo i cui ingranaggi non si intoppano in nessuna circostanza, tutto funziona alla perfezione per far sì che il lettore, riga dopo riga, si ritrovi ansioso e irrequieto mentre stringe tra le mani la storia di personaggi che diventano persone.
Sì, perché uno dei grandi meriti di Riccardi è la magistrale caratterizzazione dei protagonisti di questo romanzo: scolpiti in ogni linea, in ogni piccolo particolare, diventano tridimensionali e pulsanti, nelle loro vene scorre sangue e inchiostro.
Ma non parlo solo dei personaggi principali, anche le piccole comparse che fanno la loro apparizione sul palco di questa storia, sono altrettanto cesellate con abile meticolosità.
È resa giustizia a ogni sfumatura dell’animo umano, tanto che a volte la linea di demarcazione che divide i “buoni” dai “cattivi” diventa labile, sfumata.
«Il mezzo si caricò di umanità per ripartire in direzione di San Pietro. A bordo volti stanchi di pendolari, mani strette ai corrimano e qualche macchia di sudore per il caldo che si cominciava a sentire. Una signora, sistemata la borsa a fianco, leggeva “Grand Hotel”. Nulla al mondo l’avrebbe staccata dalla nuova puntata del suo fotoromanzo preferito. Uno studente, fiero dei suoi pantaloni a zampa d’elefante, non cessava di ammirarne il fondo, dove la gamba si allargava».
Questi scorci descrittivi sono come tanti piccoli quadri da ammirare, che rimandano agli occhi scene animate, quasi a poterne sentire suoni e odori.
Quando ho letto il genere a cui appartiene La notte della rabbia, un noir drammatico, mi sono detta: “Vero, ma è anche molto di più”. Riccardi ha avuto l’abilità di costruire un libro che rientra perfettamente nei canoni del noir ma che affronta anche temi universali, che escono da ogni categorizzazione ed etichettatura.
Grazie a Leone Ascoli, a Helmut Brandauer, al brigadiere Panetta, al sollecito Berardi, all’uscere Tonino Capece, al giudice Tramontano, il lettore ha la possibilità di tuffarsi non solo in una storia dal ritmo incessante, ma in uno scorcio di “realtà” dove sentimenti come odio, rabbia, amore, frustrazione, crudeltà, perdono, vendetta… ed emozioni si rincorrono l’un l’altra, fino a mischiarsi e diventare tanto multiformi quanto multiforme e contraddittorio può diventare l’essere umano.
Voglio ringraziare la rivista Leggere:tutti e Giulia Ciarapica per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo e di partecipare alla sua promozione attraverso un blog tour che si conclude, di fatto, con me ma che continua con Voi lettori.
Ecco cosa potete fare: recatevi in libreria dal 16 al 22 ottobre per acquistare una copia cartacea del romanzo di Roberto Riccardi, La notte della rabbia.
Con l’hashtag #LaNotteDellaRabbia condividete sui social le foto del romanzo o gli estratti che più vi hanno coinvolto.
Buona lettura!