Sono stata in silenzio questi giorni. In religioso silenzio.
Non ho detto nulla perché c’è talmente tanta gente che ha detto la sua, che ha detto anche troppo, che la mia voce mi sembrava inutile e superflua. Perciò ho pensato all’adagio: il silenzio è d’oro.
Poi però mi sono detta: tu che hai fatto questi giorni?
Be’, quello che hanno fatto un po’ tutti: ho cercato notizie, ho sentito telegiornali e dibattiti, letto i vari articoli delle varie testate e poi ho seguito le solite persone “di fiducia” sui social perché volevo sentire anche il loro punto di vista o semplicemente perché avevo bisogno di conforto, avevo necessità di un confronto, oppure perché, banalmente, volevo compagnia, sentirmi meno sola in questo momento così complesso e delicato per tutti noi.
E quindi mi sono detta, rompilo questo silenzio: butta giù due righe, prima di tutto perché la scrittura è da sempre la mia valvola di sfogo e poi perché – chi lo sa – posso tenere anche io compagnia a qualcuno che passa a leggermi.
Allora vi racconto anche la mia… qui, a Roma.
Non vi nego che attraverso diverse fasi nel corso della giornata: depressione, pessimismo, poi ottimismo, grinta, poi sfiducia, poi di nuovo una dose di ironia mi salva per qualche altra ora e via discorrendo.
Quello che sento forte, una sensazione latente tipo un mal di denti appena accennato che ti fa avvertire la sua presenza h24 ma non così forte da farti piangere dal dolore, è un senso di smarrimento. Ecco, sì, sono smarrita e talvolta confusa.
Io credo sia inevitabile. Ciò che mi “smarrisce” è che non riesco a capire né quanto durerà, né cosa avverrà dopo. Quel dopo che adesso pare un futuro anteriore, quasi fantascientifico. Non è facile accettare quello che sta accadendo, tanti continuano a minimizzare e a rispondere con una superficialità tale che a volte sconfina con l’ottusità più nera.
Io ho incontrato alcuni miei vicini di casa che ancora mi dicono: “Che esagerazione, è tutto una cazzata, è solo un’influenza… siete ridicoli” e mentre mi dicevano la loro teoria da complottisti o da anarchici illuminati, cercavano di avvicinarsi a me, mentre io indietreggiavo. Perché – porca miseria – io sono stata più attenta che ho potuto, ho fatto ciò che mi era stato chiesto (stare a casa), sono uscita solo per necessità con guanti e mascherina, tenendo la distanza di sicurezza non solo per me stessa ma anche come forma di rispetto per gli altri.
E se fossi asintomatica? E se stessi incubando la malattia?
Mio padre ha 74 anni mia mamma 68… eccheccazzo!
Non è un complotto quando amici che lavorano in ospedale ti dicono: guarda che tra uno di 30 e uno di 60 scelgono di far morire il sessantenne. Ed è successo già che si sono trovati a dover scegliere chi intubare, condannando a morte l’altro. E la sorella di una mia amica si è lussata una spalla, al Pronto Soccorso l’hanno mandata via con morfina e un tutore, lei è tornata a casa annichilita dal dolore ma in Ospedale non sono stati in grado di aiutarla più di così. Hanno dovuto cancellare trapianti di persone in lista da 6 anni.
Oggi una mia amica mi ha detto di essere uscita per andare in Farmacia munita di mascherina e ha incontrato un gruppetto di ragazzi (col borsone da palestra) che l’ha derisa.
Ma davvero l’essere umano è così arido ed egoista che finché non capita a lui personalmente una disgrazia, sente l’altro talmente lontano da fottersene completamente?
Chi dà a questa gente la garanzia di essere invincibile e invulnerabile?
Io non sono una persona che va nel panico, e nel panico non ci sono nemmeno adesso perché questo momento passerà, ne usciremo fuori, ammaccati ma ne usciremo fuori.
Però la rabbia resterà, perché oltre al virus ci si trova a dover combattere contro l’egoismo, la stupidità e l’ignoranza di persone che mettono sempre un IO davanti a un NOI.
E se per il virus ci sarà un vaccino, prima o poi, se il Covid-19 verrà sconfitto o comunque arginato e tenuto sotto controllo, chi ci salverà dall’aridità dell’anima?

P.S. Se vi fa piacere, in questi giorni terrò il blog aggiornato con il mio Diario di una Pandemia, dove vi racconterò le mie giornate “casalinghe”, pensieri sparsi e pubblicherò racconti inediti di veloce lettura, per tenervi compagnia.
Vi aspetto per leggere i vostri commenti e cosa combinate voi in questi giorni, se avete idee e suggerimenti da condividere. Forza e coraggio… ce la faremo. Vi abbraccio forte forte!