15 marzo 2020,
oggi che mi raccontate di bello? Io boh, vi posso dire che oggi Luca ha fatto la parmigiana di melanzane e i peperoni arrosto e casa, alle 23, puzzava ancora di fritto e di brace nonostante avessimo arieggiato 16 ore di fila, acceso Yankee Candle a profusione e pure la Lampe Berger.
Però ragazzi, una cenetta da leccarsi i baffi.
In questi giorni di quarantena poi, ci siamo resi conto (ancor più del solito) di una cosa: quante cose superflue si acquistavano quasi quotidianamente, quando tutto era “normale”.
Devo dire che non mi sono data allo shopping compulsivo online. Vuoi perché mi sono passate tutte le fantasie, vuoi per una sorta di senso di previdenza che mi fa dire: bah, risparmiamo due lire che il domani sembra davvero incerto.
Ci siamo concessi solo un piccolo “lusso”, abbiamo preso su Amazon una cyclette! Per noi la cyclette è adesso un simbolo di salvezza, l’attrezzo indispensabile che ci farà bruciare di più, ora che le passeggiate si sono striminzite. Vabbè, lasciateci questa illusione, almeno tra una pedalata e l’altra, ci passerà il tempo.
Per il resto ho lavorato, ho fatto un workout (per i sensi di colpa post-parmigiana fritta mi sono allenata per un’ora come una folle), mi sono lavata i capelli.
Alle 18.00 ci siamo concessi una cantatina in terrazza, è stata la prima della nostra quarantena. Col vicinato abbiamo stonato Azzurro e poi via con l’Inno.
Saluti e incoraggiamenti vari dalle terrazze, applausi e poi tutti di nuovo in casa.
Che vi devo dire, è proprio vero che gli sbalzi d’umore non sono all’ordine del giorno, ma del minuto ormai. Cioè trenta secondi rido per la cretinata più assurda, trenta secondi dopo sento il magone e mi vien da piangere. Isteria? Esaurimento? Non mi preoccupo più di tanto, in questa situazione è più che normale sentirsi così, mica siamo robot.

E poi c’è talmente tanto tempo per riflettere, che nella mia testa sento una folla di pensieri che si spintonano tipo le macchinine dell’autoscontro, uno addossato all’altro, quello che arriva dopo, tampona quello che c’era prima. Ovviamente si indulge molto con i ricordi nostalgici, giù a pescare fino all’infanzia… pensate che oggi, dopo solo 7 giorni di quarantena (4 se la contiamo dalla chiusura di tutto) ho detto a Luca: “Ma ti ricordi come era prima?”
Ma anche a voi fa strano vedere film e trasmissioni registrate in cui la gente sta così vicina, passeggia, va al cinema? Cioè, la follia è tale che ho pensato: oddio guarda come stanno vicini quelli, quanta gente che c’è! Eleonò, ma è un film del 2006!

Sembra passata un’eternità, sembra che si debba vivere così per sempre ma sembra anche di essere sospesi in un tempo-non tempo, un Limbo di attesa indefinita.
Come quando sei in macchina e ti tuffi in un banco di nebbia, non vedi nulla, perdi l’orientamento, però sai che c’è qualcosa dopo quel blocco grigio, sai che ne uscirai e rivedrai di nuovo la strada, il cielo, le stelle.

Coraggio cari amici,
coraggio!
Eleonora
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