17 marzo,
sono due giorni che ci svegliamo con il mal di testa. Il cervello è un organo affascinante e misterioso, anche quando crediamo di non pensare, il nostro subconscio lavora a pieno ritmo, come una sorta di musica soft a bassissimo volume che dopo un po’ non la si percepisce più, ma le note continuano a rincorrersi.
Comincio a perdere i “conti”, oggi non mi ricordavo nemmeno che giorno fosse, a che punto fossimo arrivati. Mi sono venute in mente le parole di una bellissima canzone dei Negramaro; Fino all’imbrunire:
Torneranno i vecchi tempi
Con le loro camicie fiammanti
Sfideranno le correnti
Fino a perdere il nome dei giorni
Spesi male per contare solo quelli finiti bene
Per non avere da pensare a niente altro se non al mareTorneranno tutte le genti che non hanno voluto parlare
Scenderanno giù dai monti ed allora staremo a sentire
Quelle storie da cortile che facevano annoiare
Ma che adesso sono aria, buona pure da mangiare
Per fortuna lavoro, quindi molte ore della giornata sono impegnate. Metti poi lo sport, la gestione della casa, la lettura e lo svago, in effetti non è che il tempo non passi. In questa quarantena poi non sono sola, vivo con Luca e inoltre, all’interno del comprensorio abitano i miei genitori e quelli di Luca.
La nostra famiglia è unita, non soffriamo la distanza. E questo vuol dire tantissimo.
Però il problema non è tanto trovare qualcosa da fare, il punto è che c’è una sorta di pesantezza di quel qualcosa che incombe, ma di cui non si conosce abbastanza per poter fare un pronostico.
Sapere di non poter andare al cinema, a fare una passeggiata al centro di Roma e prendere un gelato, portare i cani al mare o al parco oppure anche fare la spesa, ma rilassati e sereni… ecco, comincia davvero a fare la differenza. E allora il cerchio alla testa stringe un po’ di più, ho faticato anche a scrivere perché mi sento appesantita.
Il bollettino delle 18.00 poi e sempre duro da mandar giù. Cerco di non guardare i notiziari più del dovuto, ma è inevitabile volersi informare.
Oggi ho visto un film in cui dicevano: “Andrà tutto bene, peggio di così non può essere. Ce la faremo”, parlava di un uragano in Florida con tanto di esondazioni e coccodrilli famelici in casa. Mi è venuto da sorridere!
Coraggio, coraggio, coraggio.
Mai abbattersi.
Anche questa passerà.
Vi abbraccio,
Eleonora
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